mercoledì 31 marzo 2010
lunedì 15 marzo 2010
Par condicio, il Cda Rai conferma la sospensione dei talk show - Elezioni Regionali - Politica - Corriere della Sera
Il presidente garimberti: Sono amareggiato
Decisione a maggioranza: tocca alla Commissione
di vigilanza ripristinare o meno le trasmissioni
ROMA - Il Consiglio di amministrazione della Rai conferma, a maggioranza, la linea sullo stop ai talk show. Secondo il cda, tocca alla Commissione di Vigilanza decidere se ripristinare i dibattiti politici televisivi. Alla luce delle ordinanze del Tar - si legge in una nota - in relazione alla regolamentazione in materia di informazione e comunicazione politica in periodo elettorale, il Consiglio di Amministrazione della Rai, dopo un ampio dibattito, ha approvato a maggioranza la delibera con la quale ha dato mandato al Direttore Generale di acquisire al pisto dalla Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi le valutazioni di competenza, cui la Rai dovrdeguarsi. Breve riassunto della vicenda: nei giorni scorsi il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, dopo il ricorso di Mediaset e Sky, aveva sospeso un provvedimento dell'Agcom, l'authority per le comunicazioni, che equiparava i programmi di approfondimento delle emittenti pubbliche a quelli della Rai, imponendo le regole della cosiddetta par condicio per una presenza equilibrata dei rappresentanti politici. Poche ore dopo l'Agcom annullava la propria decisione, chiedendo perla Commissione parlamentare di vigilanza e alla Rai di rivedere a loro volta le proprie decisioni.
GARIMBERTI - Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, si dice amareggiato per la divisione, evidente in seno al Consiglio, e per la mancata ripresa dei talk show. Garimberti si era gietto favorevole a riprendere le trasmissioni sospese e ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore. Il presidente Rai auspicava che la lettera del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrotesse sbloccare la situazione. Calabrlla missiva informava di aver scritto anche alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Naturalmente, sottolineano le stesse fonti, il Presidente Rai si rimette come sempre alla decisione della maggioranza del Consiglio, anche se auspicava un segnale interno ed esterno di una maggiore reattivit senso pratico.
LE RAGIONI DEL NO - Esprimiamo il nostro voto contrario perchi tratta di una decisione dilatoria che non sana la forzatura di interpretazione del regolamento compiuta quando a maggioranza fu decisa la sospensione di quattro trasmissioni di approfondimento scrivono, in una nota congiunta, i consiglieri Rai Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. L'ordinanza del Tar sulla delibera dell'Agcom e l'invito della stessa Autoriti Garanzia a riconsiderare la delibera assunta dal Cda - aggiungono - avrebbero dovuto indurre la Rai a ricollocare in palinsesto da subito gli approfondimenti informativi. Siamo tra l'altro convinti che la conferma della sospensione rende concreto il rischio per l'Azienda di sanzioni.
IL PDL - La decisione del Consiglio di amministrazione Rai orretta sia nel metodo (nel riconoscere che, allo stato, un regolamento c'ed uello, peraltro positivo, approvato dalla Commissione di vigilanza) sia nel merito afferma per portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. Da questo punto di vista, delle due l'una. O i conduttori si impegnavano a rispettare il regolamento della Vigilanza e quindi a garantire una effettiva pariti condizioni tra i soggetti in campo (cosa che non vvenuta, visto che, Santoro in testa, questi signori rivendicavano il diritto a fare come gli pare), oppure l'Italia avrebbe dovuto subire delle corride televisive senza regole, faziose e di parte, affidate a troppi conduttori militanti, aggiunge. stato o no il signor Santoro, con relativi monologhi di Travaglio, a costruire intere trasmissioni sulle pseudo-rivelazioni di Spatuzza, quello che ha sciolto un bambino nell'acido, o su quelle di Ciancimino junior? O forse qualcuno voleva, e magari vorrebbe ancora, chiudere la campagna elettorale con gli auguri di Pasqua di Santoro a Spatuzza, dopo gli auguri televisivi dello scorso Natale?, conclude.
IL PD - L'ex ministro Paolo Gentiloni, presidente del Forum Ict del Pd, attacca invece la decisione del cda Rai contro la ripresa dei talk show politici. La Rai sarunque l'unica televisione senza programmi di informazione politica durante la campagna elettorale, ossia nel momento di maggiore interesse per l'opinione pubblica. una decisione scandalosa - dice - un autentico suicidio per la Rai appena mascherato dallo scaricabarile sulla commissione di Vigilanza. A questo punto il rinvio alla Vigilanza appare infatti come un mero alibi, visto che il Cda avrebbe potuto decidere autonomamente la fine del black out. Siamo di fronte a una chiara violazione degli obblighi di servizio pubblico, oltre che della legge sulla par condicio e per questo mi auguro che l'AgCom intervenga per imporre, sia pure all'ultimo minuto, un cambio di rotta anche alla Rai.
15 marzo 2010
Par condicio, il Cda Rai conferma la sospensione dei talk show - Elezioni Regionali - Politica - Corriere della Sera
Il presidente garimberti: Sono amareggiato
Decisione a maggioranza: tocca alla Commissione
di vigilanza ripristinare o meno le trasmissioni
ROMA - Il Consiglio di amministrazione della Rai conferma, a maggioranza, la linea sullo stop ai talk show. Secondo il cda, tocca alla Commissione di Vigilanza decidere se ripristinare i dibattiti politici televisivi. Alla luce delle ordinanze del Tar - si legge in una nota - in relazione alla regolamentazione in materia di informazione e comunicazione politica in periodo elettorale, il Consiglio di Amministrazione della Rai, dopo un ampio dibattito, ha approvato a maggioranza la delibera con la quale ha dato mandato al Direttore Generale di acquisire al pisto dalla Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi le valutazioni di competenza, cui la Rai dovrdeguarsi. Breve riassunto della vicenda: nei giorni scorsi il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, dopo il ricorso di Mediaset e Sky, aveva sospeso un provvedimento dell'Agcom, l'authority per le comunicazioni, che equiparava i programmi di approfondimento delle emittenti pubbliche a quelli della Rai, imponendo le regole della cosiddetta par condicio per una presenza equilibrata dei rappresentanti politici. Poche ore dopo l'Agcom annullava la propria decisione, chiedendo perla Commissione parlamentare di vigilanza e alla Rai di rivedere a loro volta le proprie decisioni.
GARIMBERTI - Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, si dice amareggiato per la divisione, evidente in seno al Consiglio, e per la mancata ripresa dei talk show. Garimberti si era gietto favorevole a riprendere le trasmissioni sospese e ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore. Il presidente Rai auspicava che la lettera del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrotesse sbloccare la situazione. Calabrlla missiva informava di aver scritto anche alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Naturalmente, sottolineano le stesse fonti, il Presidente Rai si rimette come sempre alla decisione della maggioranza del Consiglio, anche se auspicava un segnale interno ed esterno di una maggiore reattivit senso pratico.
LE RAGIONI DEL NO - Esprimiamo il nostro voto contrario perchi tratta di una decisione dilatoria che non sana la forzatura di interpretazione del regolamento compiuta quando a maggioranza fu decisa la sospensione di quattro trasmissioni di approfondimento scrivono, in una nota congiunta, i consiglieri Rai Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. L'ordinanza del Tar sulla delibera dell'Agcom e l'invito della stessa Autoriti Garanzia a riconsiderare la delibera assunta dal Cda - aggiungono - avrebbero dovuto indurre la Rai a ricollocare in palinsesto da subito gli approfondimenti informativi. Siamo tra l'altro convinti che la conferma della sospensione rende concreto il rischio per l'Azienda di sanzioni.
IL PDL - La decisione del Consiglio di amministrazione Rai orretta sia nel metodo (nel riconoscere che, allo stato, un regolamento c'ed uello, peraltro positivo, approvato dalla Commissione di vigilanza) sia nel merito afferma per portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. Da questo punto di vista, delle due l'una. O i conduttori si impegnavano a rispettare il regolamento della Vigilanza e quindi a garantire una effettiva pariti condizioni tra i soggetti in campo (cosa che non vvenuta, visto che, Santoro in testa, questi signori rivendicavano il diritto a fare come gli pare), oppure l'Italia avrebbe dovuto subire delle corride televisive senza regole, faziose e di parte, affidate a troppi conduttori militanti, aggiunge. stato o no il signor Santoro, con relativi monologhi di Travaglio, a costruire intere trasmissioni sulle pseudo-rivelazioni di Spatuzza, quello che ha sciolto un bambino nell'acido, o su quelle di Ciancimino junior? O forse qualcuno voleva, e magari vorrebbe ancora, chiudere la campagna elettorale con gli auguri di Pasqua di Santoro a Spatuzza, dopo gli auguri televisivi dello scorso Natale?, conclude.
IL PD - L'ex ministro Paolo Gentiloni, presidente del Forum Ict del Pd, attacca invece la decisione del cda Rai contro la ripresa dei talk show politici. La Rai sarunque l'unica televisione senza programmi di informazione politica durante la campagna elettorale, ossia nel momento di maggiore interesse per l'opinione pubblica. una decisione scandalosa - dice - un autentico suicidio per la Rai appena mascherato dallo scaricabarile sulla commissione di Vigilanza. A questo punto il rinvio alla Vigilanza appare infatti come un mero alibi, visto che il Cda avrebbe potuto decidere autonomamente la fine del black out. Siamo di fronte a una chiara violazione degli obblighi di servizio pubblico, oltre che della legge sulla par condicio e per questo mi auguro che l'AgCom intervenga per imporre, sia pure all'ultimo minuto, un cambio di rotta anche alla Rai.
15 marzo 2010
venerdì 12 marzo 2010
Talk show in tv, sospeso il divieto - Elezioni Regionali - Politica - Corriere della Sera
E il Pd Gentiloni: �Era una norma ingiusta, adesso ne prenda atto anche la Rai�
Talk show in tv, sospeso il divieto
Accolto il ricorso di Sky e de La 7 contro il regolamento che vietava i dibattiti politici in periodo elettorale
ROMA - Stop al regolamento dell'Autorit� per le garanzie nelle comunicazioni nella parte che blocca i talk show in periodo elettorale. Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di Sky e Telecom Italia Media (ovvero La 7) a favore della sospensione del regolamento, esattamente all'art. 6 comma 2, varato dall'Autorit� per le garanzie nelle comunicazioni che disciplina la par condicio in vista delle Regionali. Le richieste sono state discusse davanti alla III sezione ter del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Maria Luisa De Leoni e cos� stamattina hanno deciso i giudici.
Gad Lerner, conduttore de �L'infedele�, su La 7 UDIENZA IL 6 MAGGIO - Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva di Sky e Ti Media �considerato che a conclusione di una prima delibazione - spiegano i giudici nella motivazione - propria della fase cautelare, risultano non sprovviste di profili di fondatezza del ricorso le censure dedotte avverso la delibera impugnata�, nella parte in cui � prevista la normativa relativa ai talk show in periodo elettorale, che ha di fatto ha portato alla sospensione dei programmi di approfondimento. Il Tribunale, accogliendo la richiesta di Sky e Ti Media, ha fissato l'udienza di merito al 6 maggio.
IL SECONDO RICORSO - Il tribunale ha invece respinto la richiesta di Federconsumatori che voleva lo stop al regolamento della Vigilanza perch� ha ritenuto che, trattandosi di organismo parlamentare, �sussistono profili di inammissibilit� del gravame per la parte in cui � impugnato il regolamento�, in quanto appunto �approvato dalla Commissione parlamentare di Vigilanza nella seduta del 9 febbraio 2010, in relazione alla natura parlamentare dell'organo che ha adottato l'atto impugnato in assolvimento della funzione precipuamente politica di indirizzo e vigilanza�. Quanto poi alla parte del ricorso dei consumatori che riguardava il Cda Rai, per il Tar �non sussistono presupposti per accogliere� la richiesta di discussione.
�LA RAI NE PRENDA ATTO�%u2003- �La sospensione del regolamento Agcom per le tv commerciali decisa oggi dal Tar � una chiara bocciatura della norma-bavaglio imposta dalla destra in commissione di Vigilanza Rai�. Lo dichiara ha detto Paolo Gentiloni, presidente Forum ICT del Pd. �Quella norma era in contrasto con la legge sulla par condicio - ha aggiunto Gentiloni - che distingue chiaramente tra programmi di informazione e tribune elettorali e violava apertamente la sentenza 155 della Corte Costituzionale. Ora la Rai deve intervenire. Il Cda di Viale Mazzini, che il presidente Garimberti si � impegnato a convocare immediatamente dopo la sentenza, non pu� che prendere atto dell'interpretazione del giudice amministrativo. I programmi giornalistici devono riprendere subito anche in Rai: un silenzio riservato alla sola tv pubblica sarebbe, a questo punto, un vero e proprio scandalo�.
Redazione Online
12 marzo 2010� RIPRODUZIONE RISERVATA
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giovedì 11 marzo 2010
Par condicio: 'Annozero' sul web il 25/3 - Corriere della Sera
Par condicio: 'Annozero' sul web il 25/3
11 Marzo 2010 14:12 POLITICA
ROMA - La Federazione nazionale della stampa e l'Usigrai comunicano che metteranno a disposizione su internet, con un sito ad hoc, le riprese video e audio della puntata del 25 marzo di 'Annozero', cosi' da aggirare il blocco imposto ai talk show politici della Rai durante la campagna elettorale per le regionali. (RCD)
martedì 2 marzo 2010
Par condicio/ Paragone: Pronto a fare manifestazione a Milano - Politica - Virgilio Notizie
Gianluigi Paragone, conduttore di 'L'ultima parola', in collegamento telefonico con la manifestazione di via Teulada, si dice disponibile ad organizzare una iniziativa simile a Milano contro l'oscuramento dei talk show politici. "Io non credo che ci sia la censura in Italia - ha detto - ma c'è sicuramente una situazione difficile se i giornalisti quando la politica entra nel vivo, come sotto le elezioni, non possono parlarne. Se si toglie il sale alla politica si toglie parecchio, questa decisione mi è dispiaciuta perciò sono con voi a questa manifestazione e sono disponibile a farne una simile anche a Milano".
lunedì 1 marzo 2010
Par condicio, il cda Rai ha deciso «Stop ai talk show fino a fine voto»
Il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini vota a maggioranza la proposta del dg Masi
MILANO - Il Consiglio d'amministrazione della Rai, a maggioranza, ha deciso lo stop ai talk show per un mese, fino al voto delle Regionali. Lo ha reso noto il consigliere d'amministrazione Giorgio Van Straten che esprime la sua contrarietà.
«RESTANO I TG» - «Restano i notiziari, ma questo, visti i comportamenti dell’attuale direzione del TG1, non può rassicurare nessuno - ha detto Van Straten -. È una scelta sbagliata perché fa venir meno il nostro dovere di servizio pubblico, crea polemiche e conflitti esterni, procura un danno alla Rai in termini di ascolti e quindi anche di ricavi pubblicitari. Come consigliere di amministrazione ho espresso la mia totale contrarietà a questa scelta di applicazione del regolamento della Vigilanza, un regolamento che oltretutto molti autorevoli giuristi hanno valutato come incostituzionale», ha concluso. La proposta del dg Mauro Masi sarebbe passata a maggioranza, contrari i consiglieri d’opposizione e il presidente Paolo Garimberti.
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Par condicio, il cda Rai ha deciso
«Stop ai talk show fino a fine voto»Il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini vota a maggioranza la proposta del dg Masi
van straten: «è una scelta sbagliata»
Par condicio, il cda Rai ha deciso
«Stop ai talk show fino a fine voto»Il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini vota a maggioranza la proposta del dg Masi
MILANO - Il Consiglio d'amministrazione della Rai, a maggioranza, ha deciso lo stop ai talk show per un mese, fino al voto delle Regionali. Lo ha reso noto il consigliere d'amministrazione Giorgio Van Straten che esprime la sua contrarietà.
«RESTANO I TG» - «Restano i notiziari, ma questo, visti i comportamenti dell’attuale direzione del TG1, non può rassicurare nessuno - ha detto Van Straten -. È una scelta sbagliata perché fa venir meno il nostro dovere di servizio pubblico, crea polemiche e conflitti esterni, procura un danno alla Rai in termini di ascolti e quindi anche di ricavi pubblicitari. Come consigliere di amministrazione ho espresso la mia totale contrarietà a questa scelta di applicazione del regolamento della Vigilanza, un regolamento che oltretutto molti autorevoli giuristi hanno valutato come incostituzionale», ha concluso. La proposta del dg Mauro Masi sarebbe passata a maggioranza, contrari i consiglieri d’opposizione e il presidente Paolo Garimberti.