Roma, 29-09-2010
"Voteremo la fiducia al governo perché l'intervento di oggi alla Camera del presidente del Consiglio ricalca il programma sulla base del quale è stata eletta la maggioranza". Italo Bocchino, al termine della riunione del gruppo Fli con Fini, svoltasi nella sede di FareFuturo subito dopo il discorso di Berlusconi alla Camera, spiega ai giornalisti la linea dei fedelissimi del presidente.
"Per noi è evidente la discontinuita' tra la prima e la seconda parte della legislatura", dice Bocchino. E per quanto riguarda il riconoscimento di Futuro e Liberta' come terza gamba della maggioranza? "Il riconoscimento - spiega Bocchino - arrivera' dai numeri, perché questa maggioranza ha bisogno del nostro apporto e deve dialogare con il Fli, perche' noi siamo determinanti".
Fini: votiamo sì alla fiducia, sulla giustizia valuteremo
Gianfranco Fini incontrando i suoi parlamentari ha dato un sostanziale via libera alla fiducia sul discorso programmatico di Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda la giustizia ha spiegato che occorrerà verificare come verranno concretamente tradotte in iniziative legislative le parole del presidente del Consiglio.Martedì riunione per il nuovo progetto politico
Martedì prossimo si avvierà il progetto per un nuovo soggetto politico, ha annunciato il Presidente della Camera entrando nella sede di Farefuturo per la riunione del gruppo dei futuristi. "Martedì - ha annunciato Fini - ho convocato i gruppi di Camera e Senato di Fli per una ampia discussione sul nuovo progetto politico". Nel comitato parlamentare del progetto, sottolinea Fini, "ci saranno i membri di Camera e Senato senza figli e figliastri".
mercoledì 29 settembre 2010
Fini prepara il nastro azzurro: martedì nasce il nuovo partito
Berlusconi chiede la fiducia alla Camera: «Basta odio, serve coesione nazionale» - Corriere della Sera
«Più rigore con i magistrati che sbagliano». «A dicembre il progetto per il Ponte»
Berlusconi chiede la fiducia alla Camera:
«Basta odio, serve coesione nazionale»Appello al Parlamento: «Non ci sono alternative che garantiscano il rispetto della volontà popolare»
ROMA - «Non ci può mai essere contrapposizione tra il Parlamento e il governo». Si è aperto così l'intervento di Silvio Berlusconi alla Camera che porterà al rinnovo della fiducia all'esecutivo sulla base di un nuovo documento programmatico incentrato sugli ormai famosi «cinque punti». L'intervento del presidente del Consiglio, iniziato alle 11 , è durato poco meno di un'ora. Sul testo sarà poi votata la fiducia (dalle 19). Prima del voto ci saranno il dibattito tra i deputati e la replica del premier, attesa per le 16,30.
Silvio Berlusconi durante il suo intervento alla Camera (da Corriere Tv) «SERVE COESIONE» - Berlusconi ha iniziato con un appello alla coesione. Citando Calamandrei ha parlato della necessità del rispetto delle idee politiche altrui e del rispettivo riconoscimento dei ruoli di maggioranza e minoranza. Ha invitato tutti a superare «il clima da guerra fredda» che ancora oggi divide il Paese. E ha parlato di «opposizione preconcetta e linguaggio infarcito di odio» ricordando che «spesso l'odio ha armato la mano dell'eversione». «Tutti - ha aggiunto - dobbiamo esserne consapevoli e preoccupati». Ecco perché, secondo il premier, è necessario ritrovare unità. La stessa, ha evidenziato, che si è sempre evidenziata con il sostegno ai militari italiani impegnati all'estero.
Le immagini: la giornata a Montecitorio
«RIGORE E CREDIBILITA'» - Il capo del governo è poi passato a parlare di quanto sin qui fatto dall'esecutivo rivendicando, in particolare, l'essere stato vicino alle famiglie durante la crisi economica, adottando una politica «di rigore e credibilità» e di avere rilanciato il ruolo dell'Italia nella Ue. Ha poi vantato quelli che ha chiamato i «successi del governo», gli stessi già evidenziati in occasione di numerosi interventi pubblici negli ultimi mesi: dalla lotta alla criminalità al «ruolo da protagonista che finalmente ha l'Italia sulla scena internazionale». Solo a questo punto, dopo 18 minuti dall'inizio dell'intervento, è passato ai cinque punti che sanciscono il nuovo patto di maggioranza.
IL FEDERALISMO - Il primo affrontato è quello relativo al federalismo che secondo il premier «non creerà una divaricazione tra il nord e il sud dell'Italia». «Attuare il federalismo - ha detto - significa crescere tutti insieme valorizzando quanto vi è di meglio in ogni realtà locale». E sgravando il governo centrale di compiti affidati alle regioni, ha spiegato, sarà possibile concentrarsi meglio sulle politiche nazionali e internazionali. Ha poi assicurato che con il federalismo fiscale saranno comunque garantiti servizi di eguale standard in tutte le aree del Paese. E ha annunciato che i comuni saranno coinvolti negli accertamenti tributari su tutti i contribuenti.
LA RIFORMA FISCALE - Il premier ha poi detto che anche sulla base dei risultati attesi dalla lotta all'evasione fiscale, l'obiettivo della maggioranza resta la riduzione della pressione fiscale. Entro la legislatura, ha promesso Berlusconi, ci sarà minore tassazione sulle famiglie, sul lavoro e sulla ricerca e questo senza aumentare il deficit. Ha poi rilanciato lo strumento del «quoziente famigliare», un tema caro ai centristi e visto dunque come una sorta di ammiccamento all'Udc, e parlato di nuovi interventi sull'Irap delle imprese.
CAPITOLO GIUSTIZIA - «La riforma della giustizia è una priorità per il Paese» ha detto il leader del Pdl. La riforma sarà «complessiva, riguarderà la giustizia sia civile sia penale» e punterà a garantire «parità tra accusa e difesa per una maggiore tutela delle vittime e una maggiore garanzia degli indagati». Poi ha spiegato che «occorrerà intervenire sulla struttura del Csm con due organismi separati, uno per i magistrati inquirenti e uno per quelli giudicanti con il rafforzamento della separazione delle carriere». A maggior tutela dei cittadini, ha aggiunto, occorrerà intensificare l'attenzione sulla «responsabilità civile dei magistrati che sbagliano». Il capo del governo non ha rinunciato a parlare di «uso politico della giustizia», definito «elemento di squilibrio tra ordini e poteri dello Stato» e per questo motivo «la politica deve ristabilire il primato che le viene non dall'essere casta ma dalla volontà popolare: il Parlamento fa le leggi, la magistratura le applica». Poi si è parlato della durata dei processi: Berlusconi ha annunciato più risorse per la giustizia e un piano di smaltimento delle cause pendenti, senza però fare riferimenti al «processo breve» che nelle ultime settimane ha creato non pochi attriti tra il Pdl e il gruppo dei finiani.
SICUREZZA E LOTTA ALLA MAFIA - Il premier ha rivendicato per il governo l'aver dato all'Italia «la normativa antimafia più efficace al mondo» e questo ha permesso di compiere operazioni e arresti «come mai ne sono stati realizzati prima». Ha attribuito al governo e alle sue leggi i successi nella lotta alla criminalità organizzata e parlato di «sinergia» tra l'esecutivo, le forze dell'ordine e la magistratura: «Finalmente una grande squadra che si chiama Stato». Tra le misure adottate ha ricordato l'inasprimento del carcere duro, l'aumento del fondo per le vittime dei mafiosi e il divieto di partecipazione agli appalti pubblici per gli imprenditori che non denunciano le estorsioni. Il Cavaliere ha poi parlato della politica dei respingimenti che ha ridotto gli sbarchi clandestini.
POLITICHE PER IL MEZZOGIORNO - Quanto al Mezzogiorno, Berlusconi ha detto che il sud ha bisogno di regole, di rispetto delle regole e di infrastrutture. Ha parlato del completamento della Salerno Reggio Calabria («i ritardi sono colpa del governo delle sinistre») e di altre importanti arterie e ha annunciato entro dicembre il progetto esecutivo del ponte sullo Stretto di Messina. «E' un fondamentale per la Sicilia - ha rimarcato-. Partiti i lavori sulla costa calabrese, presto partiranno quelli sulla costa siciliana». Il presidente del Consiglio ha poi parlato di nuove risorse per il sistema ferroviario nel sud e di «fiscalità di vantaggio» e lotta alla disoccupazione giovanile.
LE DIFFICOLTA' DELLA MAGGIORANZA - Esauriti i cinque punti - ma in coda ha aggiunto anche questioni come il rilancio del nucleare, nuove riforme nel sistema scolastico e l'indigiduazione di nuove forme di confronto tra le parti sociali per superare la contrapposizione tra lavoro e capitale - Berlusconi ha poi affrontato il tema delle difficoltà politiche della maggioranza. «Perché ci sono state queste incomprensioni - si è chiesto - nonostante i successi di questi due anni di governo?». La dialettica nella maggioranza ha superato spesso i limiti del confronto interno - ha poi ammesso il capo del Pdl, che ha ricordato i valori fondanti del Pdl, l'obiettivo di unire tutti i moderati italiani, il riferimento al Partito popolare europeo. «Le polemiche non hanno intaccato la validità di questo progetto - ha detto il leader del centrodestra - e credo che si possano riconoscere nei due schieramenti possibiltà di alleanze di governo e non solo cartelli elettorali».
IL FUTURO IMMEDIATO - I prossimi tre anni di legislatura, per Berlusconi, serviranno per «completare le riforme istituzionali», su cui già ci sono, secondo il premier, ampie convergenze in Parlamento e che per questo possono essere portate a termine. «Occorre moltiplicare l'impegno comune per concludere la legislatura - ha poi detto il premier -. Non ci sono le condizioni per un'alternativa che rispetti la volontà popolare e il funzionamento di un parlamento democratico». «Oggi siamo ad un passaggio delicato per la vita politica italiana - ha sottolineato -. Rivolgo un appello a tutti i moderati e ai riformatori e anche alle forze più responsabili dell'opposizione affinché valutino il nostro programma riformatore senza pregiudizi».
IL VOTO DI FIDUCIA - L'intervento volutamente depurato da ogni riferimento polemico porterà come conseguenza il voto favorevole dei finiani, annunciato dai principali esponenti di Futuro e Libertà già pochi minuti dopo la conclusione delle comunicazioni del premier. Lo stesso Gianfranco Fini ha dato formalmente la linea del suo gruppo poco più tardi: «La fiducia è inevitabile».
Alessandro Sala
29 settembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
venerdì 24 settembre 2010
EDITORIA FELTRI DIRETTORE EDITORIALE IL GIORNALE RESPONSABILE SALLUSTI - Agenzia di stampa Asca
(ASCA) - Roma, 24 set - Vittorio Feltri lascia da oggi l'incarico di direttore responsabile del 'Giornale' per assumere quello di direttore editoriale. La notizia e' stata comunicata ieri al Comitato di redazione.
Assume dunque il ruolo di direttore responsabile Alessandro Sallusti, fino a ieri condirettore, come si legge pure sulla gerenza del quotidiano. A motivare il cambio, secondo quanto si apprende, sarebbe stato il rischio sanzioni per Feltri, magari una lunga sospensione da parte del Consiglio nazionale dei giornalisti - in merito al caso Boffo - che potrebbe pronunciarsi a breve. A fine marzo, l'Ordine della Lombardia aveva inflitto sei mesi di sospensione a Feltri. Sanzione poi sospesa in attesa della pronunica dell'organismo nazionale.red-vlm/cam/rob
giovedì 23 settembre 2010
L'Ultima Parola, seconda puntata: L'Odio. Ecco il comunicato stampa e gli ospiti.
show condotto da Gianluigi Paragone, in onda domani sera alle 23.35 su
RAIDUE. La rottura del dialogo tra i finiani e il premier, le ultime novità
sulla casa di Montecarlo, la tenuta della maggioranza, saranno al
centro del dibattito. Tra gli ospiti Emilio Fede, direttore del TG4, Maurizio Belpietro,
direttore di Libero, Luca Telese, giornalista de Il fatto quotidiano,
l’on.Enzo Raisi, deputato di Futuro e Libertà, il senatore Francesco
Storace, segretario de La Destra.