ROMA - Sulla Croisette sarà una piccola bomba contro il premier e la
protezione civile questo 'Draquila. L'italia che trema' di Sabina
Guzzanti che passerà il 13 al Festival di Cannes (12-23 maggio) nelle
proiezioni speciali e arriverà invece nelle sale italiane già il 7
maggio distribuito dalla Bim. Abbandonati i toni delle satira-satira,
la Guzzanti sposa quelli del giornalismo d'inchiesta alla Michael
Moore, tra l'altro suo grande amico, e va giù dura per sostenere quale
grande affare sia stato in certi ambienti il terremoto dell'Aquila del
6 aprile 2009, un disastro comunque senz'altro provvidenziale per
Silvio Berlusconi che proprio in quel momento, fa notare puntualmente
il docu, era in crisi di popolarità. Ma tesi fondamentale del
documentario il fatto che la protezione civile, condotta da Guido
Bertolaso, sia stata una sorta di "braccio armato del governo". Una
organizzazione che doveva diventare una sorta di Spa capace di
ottenere, come ha fatto grazie a normative straordinarie estranee alle
leggi ordinarie, commesse e dunque denaro dovunque fosse possibile. E
questo anche da eventi che non hanno nulla di straordinario come
appunto i mondiali di nuoto o alcune visite pastorali di Benedetto XVI
in alcune città italiane. Ma la sinistra e il Pd in questo 'Draquila' non ne escono meglio. Si
vede all'Aquila una tenda del partito, eternamente vuota, dove
stazionano solo alcune sedie e un panino appena morso. E anche alcuni
aderenti al Pd che, sconsolati al microfono, dicono come sia
impossibile fare opposizione. Il docu parte con due gaffe: quella di
Marcello dell'Utri che in una intervista si fa sfuggire "sono mafioso"
e quella recente di Berlusconi che afferma come abbia speso "200
milioni di euro per giudice e avvocati". Poi arrivano tutta una serie
di interviste ad abitanti dell'Aquila tra cui, molte, del tutto
positive nei confronti del premier che ha dato loro una casa con tanto
di spumante nel frigorifero. Tra gli aspetti in cui si dilunga il
documentario è l'isolamento dei campi di accoglienza allestiti dalla
protezione civile in Abruzzo dove ci sono sì i televisori, ma arrivano
poi anche ordinanze punitive quanto inspiegabili come non si può bere
né caffé né Coca cola. E soprattutto, come si vede nel filmato, non si
può comunicare più di tanto con l'esterno. Nel docu parlano invece di malaffare e politica magistrati come
Antonio Ingroia, che torna sui ventilati finanziamenti mafiosi per la
costruzione di Milano 2, vera svolta economica del giovane Berlusconi
imprenditore. Una cosa ribadita da Massimo Ciancimino a cui l'avrebbe
rivelata il padre Vito. In un documentario che all'80 per cento è
composto da tutta una serie di interviste fatte in prima persona dalla
stessa Sabina Guzzanti, ci sono poi le dichiarazioni su corruzione e
politica del magistrato Vincenzo Macrì e ancora quelle di Enzo Boschi,
presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Un po'
come è stato per 'Il caimano' di Nanni Moretti il messaggio che arriva
alla fine di questo documentario, è che il presidente del consiglio
Silvio Berlusconi sarà con noi ancora per molto. "Non pensate - dice
un signore proprio in chiusura di 'Draquila' - che una persona che si
può considerare completamente vuota e incapace alla fine cada, non è
così. Berlusconi è una persona che dura". http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cinema/2010/05/03/visualizza_new.html... -- Condiviso con Google Share Button
protezione civile questo 'Draquila. L'italia che trema' di Sabina
Guzzanti che passerà il 13 al Festival di Cannes (12-23 maggio) nelle
proiezioni speciali e arriverà invece nelle sale italiane già il 7
maggio distribuito dalla Bim. Abbandonati i toni delle satira-satira,
la Guzzanti sposa quelli del giornalismo d'inchiesta alla Michael
Moore, tra l'altro suo grande amico, e va giù dura per sostenere quale
grande affare sia stato in certi ambienti il terremoto dell'Aquila del
6 aprile 2009, un disastro comunque senz'altro provvidenziale per
Silvio Berlusconi che proprio in quel momento, fa notare puntualmente
il docu, era in crisi di popolarità. Ma tesi fondamentale del
documentario il fatto che la protezione civile, condotta da Guido
Bertolaso, sia stata una sorta di "braccio armato del governo". Una
organizzazione che doveva diventare una sorta di Spa capace di
ottenere, come ha fatto grazie a normative straordinarie estranee alle
leggi ordinarie, commesse e dunque denaro dovunque fosse possibile. E
questo anche da eventi che non hanno nulla di straordinario come
appunto i mondiali di nuoto o alcune visite pastorali di Benedetto XVI
in alcune città italiane. Ma la sinistra e il Pd in questo 'Draquila' non ne escono meglio. Si
vede all'Aquila una tenda del partito, eternamente vuota, dove
stazionano solo alcune sedie e un panino appena morso. E anche alcuni
aderenti al Pd che, sconsolati al microfono, dicono come sia
impossibile fare opposizione. Il docu parte con due gaffe: quella di
Marcello dell'Utri che in una intervista si fa sfuggire "sono mafioso"
e quella recente di Berlusconi che afferma come abbia speso "200
milioni di euro per giudice e avvocati". Poi arrivano tutta una serie
di interviste ad abitanti dell'Aquila tra cui, molte, del tutto
positive nei confronti del premier che ha dato loro una casa con tanto
di spumante nel frigorifero. Tra gli aspetti in cui si dilunga il
documentario è l'isolamento dei campi di accoglienza allestiti dalla
protezione civile in Abruzzo dove ci sono sì i televisori, ma arrivano
poi anche ordinanze punitive quanto inspiegabili come non si può bere
né caffé né Coca cola. E soprattutto, come si vede nel filmato, non si
può comunicare più di tanto con l'esterno. Nel docu parlano invece di malaffare e politica magistrati come
Antonio Ingroia, che torna sui ventilati finanziamenti mafiosi per la
costruzione di Milano 2, vera svolta economica del giovane Berlusconi
imprenditore. Una cosa ribadita da Massimo Ciancimino a cui l'avrebbe
rivelata il padre Vito. In un documentario che all'80 per cento è
composto da tutta una serie di interviste fatte in prima persona dalla
stessa Sabina Guzzanti, ci sono poi le dichiarazioni su corruzione e
politica del magistrato Vincenzo Macrì e ancora quelle di Enzo Boschi,
presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Un po'
come è stato per 'Il caimano' di Nanni Moretti il messaggio che arriva
alla fine di questo documentario, è che il presidente del consiglio
Silvio Berlusconi sarà con noi ancora per molto. "Non pensate - dice
un signore proprio in chiusura di 'Draquila' - che una persona che si
può considerare completamente vuota e incapace alla fine cada, non è
così. Berlusconi è una persona che dura". http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cinema/2010/05/03/visualizza_new.html... -- Condiviso con Google Share Button
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